Cronache di una siciliana a Siviglia_gennaio 2022

“Da quanto tempo vivi qui?”, mi chiedono tutti quelli che conosco. Ormai la mia risposta standard è: quando so’ venuta la prima volta non esisteva manco la metro! Non c’era il Mirador Parasol, o las Setas come lo chiamiamo, né quell’obbrobrio di centro commerciale dall’altra parte del fiume! Divertente, ironica, allusiva. Così mi tolgo l’impaccio di dover spiegare che tra vari tira e molla e andirivieni sono quasi 14 anni che bazzico lo stesso baretto dell’Alameda.

Lo stesso, proprio! El café central. C’era nel 2008 e c’è tutt’ora. Il resto, invece, è cambiato un casino! Adesso l’Alameda è un posto per famiglie e i loro brunch della domenica mattina… Per carità, rispetto ad altre zone, rimane comunque un posto alternativo ma è indubbio che ci sia stata una mano di gentrification, tipo una rinfrescata di vernice su un muro vecchio e corroso dall’umidità. Le prostitute, per dire, si sono trasferite nella strada dietro la piazza! Il botellòn lo si deve fare di nascosto! I kebabbari lerci sono stati sostituiti da botteghe di cucina gourmet! Una birra ormai costa l’impensabile cifra di uneuroetrenta!

Il covid ha pure aggravato la situazione. Il “Corto Maltés”, storico locale dell’Alameda, ha dovuto cedere i locali per via dell’aumento dell’affitto. Così come “el Abanilla” ha dovuto cambiare gestione (e nome). Insomma i locali storici si sono dovuti arrendere all’inevitabile crisi portata dalla pandemia e che ha modificato la vecchia faccia di questo quartiere peculiare. Ma vabbé, noi ce ne freghiamo e continuiamo ad andare al baretto! Uno qualsiasi, non importa quale. Il mio baretto preferito rimane sempre quello, “el viajero sedentario”: lo frequento da così tanto tempo che i proprietari sono miei amici.

Così come frequento da una vita la palestra che sta dietro la stazione di polizia. Non sembra, in effetti, che io frequenti palestre ma in verità vi dico che eppur mi muovo! Ieri, per dire, sono andata a lezione di Zumba. L’ennesima lezione con le solite vecchiette che di seguire il ritmo nemmeno a parlarne! Durante suddetta lezione ho avuto un’illuminazione: muovevo l’anca a destra e a manca (lo sapete che mi piace rimare) e non so per quale motivo comincio d’un tratto a far attenzione alle parole del brano latino, schifandomi perché parlava di movimenti pelvici con fare machista, ed è stato proprio in questo istante che mi ha colpito un pensiero atroce. Un pensiero raccapricciante che mi ha fatto quasi perdere il ritmo e sbandare. Quella gente, quell’accozzaglia di vecchiette che nel tempo libero lavorano a maglia e giocano coi nipotini, capiscono i testi di quelle canzoni! Non è come quando da noi cantiamo “pasito a pasito suave suavecito” e non capiamo un cazzo di quello che stiamo dicendo! Loro lo sanno! Loro lo capiscono! E il solo pensiero di un mucchio di vecchiette che balla allegramente una canzone che dice letteralmente “lei lo muove così sopra di lui perché a lui piace come lei glielo muove” mi fa rabbrividire!

Cos’è il “perreo”. Qui esiste questa roba del perreo, intraducibile all’italiano ma che si può spiegare più o meno con l’idea di struscio-twerking. Si tratta di un ballo cubano che consiste nel muovere i fianchi andando verso il pavimento. Il perreo nasce come ballo seduttivo e prende il nome dalla posizione dei cani (perros, appunto) mentre si riproducono. Cioè, già dal nome si capisce che non è roba per puritani! Molto diffuso nel regaetòn è utilizzato come forma di rivendicazione femminile del tipo “il culo è mio e lo muovo come voglio io! Fuck the patriarcato!”.

Ma comunque, io non pratico il perreo, non ci vado in discoteca, vado solo al baretto. Vado in biblioteca. Vado al fiume a fare passeggiate, vado a Triana a trovare gli amici, vivo in Alameda. La mia terrazza al sole è il mio mondo. La palestra un posto dove ho le illuminazioni e ogni tanto mi spingo al Carrefour dopo il quartiere della Macarena a comprare quei biscotti che non trovo in nessuna altro supermercato del centro. Ho la mia bici, l’ho chiamata “pegaso” e non c’entrano niente i cavalieri dello zodiaco ma la vera e propria mitologia classica greca. Vola tipo le bici nel film E.T. e mi fa arrivare ovunque (facendomi cadere delle volte con capitomboli degni di circo).

E tutto ciò mi basta.