@cristinainsiviglia. Natale di una expat

En so dis is crismaaaaas. Visto? Vi metto anche la musichetta di sottofondo! Ah, il Natale da expat! Mi sono accorta (dai social) che c’è stata una sorta di sfida tra gli utenti quest’anno: vinceva chi riusciva ad evitare le canzoni di Natale, stile Mariah Carey e co. Una sfida divertente ma non del tutto fattibile. Poteva vincere, infatti, soltanto chi si isolava in casa e non apriva a nessuno, non rispondeva al cellulare, non ascoltava gli audio di Whatsapp e via dicendo. Insomma, vincevi se avevi il covid e stavi na’ merda. Io, per esempio, ho avuto il covid (di nuovo) a cavallo tra ottobre e novembre riuscendo ad evitare Halloween ma comunque resto umile. Se qualche sopravvissuto alle canzoni natalizie e allo spirito natalizio è in ascolto ci faccia sapere!

Io la sfida l’avrei persa a prescindere (toh, una bella dislocazione a sinistra all’inizio del paragrafo). Quest’anno, infatti, non sentivo per nulla lo spirito natalizio, non so per quale motivo mi ci sono forzatamente fiondata! Reduce da un trasloco, non percepisco ancora la casa del tutto “mia” ma ho speso 80€ per un alberello (nano) e degli addobbi vari. Per montarlo ho cercato su youtube un video con caminetto acceso e hit natalizie in versione swing da mettere in sottofondo. Ho montato l’albero, ho acceso le lucine e mi sono goduta questo grande pezzo decorativo essenziale per lo spirito natalizio. Ma niente. Non c’era verso di entrare in quello status inebriante che pervade gli animi di grandi e piccini durante il periodo delle feste.

Non capisco perché. In genere già a fine novembre volente o nolente lo spirito del Natale ti sbatte addosso tipo frontale in tangenziale. Ma quest’anno niente, oh! Non c’è stato verso! Sarà che a Siviglia normalmente (fino all’anno scorso) accendevano le luci di Natale per le strade già tipo a metà novembre mentre quest’anno per un fattore di risparmio energetico – viste le condizioni geopolitiche globali – le hanno accese alla fine della prima settimana di dicembre. Questo effettivamente ritarda un po’ l’atmosfera di “auguri a te e famiglia”. O non so, influirà anche il fatto di non poter dire a lavoro “ci aggiorniamo dopo le feste” : lavorando in un hotel non esistono vacanze di Natale (se non quelle degli altri). Boh!

Ma comunque eccoci qua, è Natale, ieri sera ci siamo abbuffati, abbiamo scartato i regali e abbiamo assunto l’ennesimo Malox. Cosa mi ha fatto entrare realmente nello spirito del Natale? Saranno state le luuuciii, Babbo Natale, i sassi (cit.)? No! I panettoni che sono riuscita a trovare al Carrefour e che mi sono costati un occhio della testa donando anche quest’anno ai signori Motta e Bauli i miei denari? No. È stata la Plaza Alameda e il suo mercatino di Natale, con i suoi artigiani, i suoi camioncini di buñuelos e le sue giostrine. È stato tornare nel mio vecchio quartiere e respirare odore di fritto proveniente dal baretto di churros, camminare lungo la strada della mia vecchia casa ed entrare nel mio supermercado di fiducia. Cioè, ormai Siviglia è casa mia ed aver cambiato quartiere mi ha destabilizzato a tal punto che quasi stavo per mandare affanculo la Navidad!

Potere del frutto candito e dell’uva passa, vieni a me! Alla fine lo spirito natalizio è con me…e anche qualche kilo in più di cui avrei fatto volentieri a meno!