Il quaderno dei verbi

Ricordo che quando andavo in quinta elementare la maestra Giovanna, la mia insegnante di italiano, ci fece comprare un enorme quaderno così chiamato “cartonato”. Non so se ne esistano ancora – probabilmente sì, con buona pace dei medici che curano le scoliosi degli alunni da anni – ma in pratica era un “quadernone” dalla copertina rigida che sembrava un registro. Spigoloso e a righe: quello doveva essere “il quaderno dei verbi”.

Un giorno della prima settimana di scuola, quando ancora eravamo in classe a maniche corte e alle volte pronti per il mare pomeridiano, Maestra Giovanna disegnò sulla lavagna una tabella che comprendeva intestazioni e riquadri bianchi. C’erano 7 intestazioni principali: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo gerundio e infinito. Ogni intestazione aveva dei sottotitoli e rispettivi riquadri.

– A che serve?
– A coniugare i verbi.


E quello fu l’anno in cui ci assegnò ogni giorno, come compito a casa, la coniugazione di almeno tre verbi. In tutti i tempi di tutti i modi – in tutti i luoghi in tutti i laghi, canterebbe Valerio Scanu.
Qualche lamentela da parte di genitori random ci fu, ma lei imperterrita continuò la sua battaglia nel nome del verbo – niente di religioso, s’intende.
Dopo qualche anno rividi la Maestra Giovanna e la ringraziai per quell’immensa e fastidiosissima mole di lavoro che ci affibbiava giornalmente. Oggi, col senno di poi e avendo studiato per diventare insegnante, comprendo quanto quell’enorme sforzo da parte di noi studenti si sia rivelato decisivo. Non ho mai avuto problemi ad imparare le lingue straniere, sapete perché? Perché sono piuttosto consapevole della grammatica della lingua italiana. E questo grazie al mio “quadernone cartonato”.
Ciò non vuol dire che scrivo o parlo come Dante, suvvia! Del resto questo è l’italiano del web 2.0 – e anche su ciò avrei molto da dire!
Durante i miei primi studi universitari ho avuto colleghi che avevano enormi difficoltà col sistema verbale in spagnolo, infido e bastardo come la rucola col Philadelphia! Ho dato loro lezioni private ma dovendo partire dalle basi: ho dovuto spiegare loro il sistema verbale italiano. Eh sì, perché un italiano studia la grammatica spagnola in maniera contrastiva: mettendo a confronto i due codici. Tra questi due codici devi conoscerne almeno uno!
La metodologia bastarda usata da Maestra Giovanna si è rivelata essere il top delle tecniche didattiche! Con la tabella alleni la memoria visiva e con la ripetizione nelle coniugazioni sviluppi le reti sinaptiche neurali. Se quest’ultima cosa non l’avete capita, non preoccupatevi, molto probabilmente non l’avrebbe capita nemmeno la Maestra Giovanna, che ha fatto il Magistrale e ci insegnava i verbi a quel modo solo per far sì che ce li ricordassimo. Grazie Maestra Giovanna.