La seconda volta – Siviglia reloaded: aggiornamenti di vita sivigliana

“La prima volta non si scorda mai”: un detto riferito al primo amore. Il mio primo amore sapete tutti qual è, ed è vero: la prima volta che mi trasferii a Siviglia non lo scorderò mai. Nemmeno la seconda, né la terza. Soprattutto la terza. La prima volta fu in Erasmus, la seconda per uno stage, la terza è stato l’anno scorso (trasferimento di cui potete leggere le avv/disavventure su questo blog). Adesso mi trovo alla quarta, a dirla tutta. La quarta che è anche la seconda di seguito.

La seconda volta è diverso. La prima sei eccitata, ti va bene tutto, prendi tutto come viene e l’adrenalina è alle stelle. La seconda ti ritrovi ad avere aspettative, ad essere consapevole di cosa può andare storto. La prima volta vedi tutto con occhi vergini e vivi appieno le esperienze, la seconda hai termini di paragone. Non sto dicendo che non mi sto godendo questo ritorno in matria (cit.) ma, ovviamente, non è stato come la prima volta!

Sono tornata a Siviglia da quasi 3 mesi e mi sembra sia passato un intero anno. Lavoro diverso, case diverse, facce diverse. Per quei pochi sopravvissuti che bazzicano da queste parti, è d’obbligo un aggiornamento sulla mia vita sivigliana. Ve lo ribeccate in stile oroscopo.

Salute

Dicevo che sono qui da 3 mesi e sono malata da 2! Mi sono beccata un raffreddore tremendo la prima settimana e mi è durato mezzo mese! Un altro me lo sono beccata prima di Natale e, per non farci mancare niente, l’ultimo l’ho preso a capodanno. E ancora non mi abbandona. Ah, la vecchiaia! Com’è brutto sentirsi sfanculati anche dai propri anticorpi!

Lavoro

Ho iniziato un lavoro da receptionist, che è molto meglio di quello dei walking tour per strada sotto la pioggia! Il lato negativo è che stando tutto il giorno seduta m’è venuta ‘na panza che se ne deve andar via prima della Feria de Abril – quando me la farò ricrescere a via di rebujito. Però la soddisfazione di veder scritto il tuo nome sulle recensioni di Booking rimane, devo dirlo.

Amore

Come si passa avanti? Non c’è un tasto per saltare questa parte? Bueno, il dio Tinder non si palesa, i sivigliani si dividono in “miarma” e “cani” e nessuna delle due categorie attira la mia attenzione. Come? Cosa sono i miarma e i cani? Dicesi “miarma” l’elemento sivigliano con riga di lato, jersey sulla spalla e scarpette con le nappe. Dicesi “cani” l’elemento sivigliano con camicia scura aperta, cappellino bianco, capello rasato ai lati e a punta sul capo, scarpette sportive che sembrano discoteche ambulanti o alberi di natale. E poi, diciamolo, le fabbriche di gel per capelli resistono ancora grazie ai sivigliani! Passo.

Casa

Si potrebbe scrivere un libro sulle fatiche eroiche che devi superare per trovare casa a Siviglia. Sarebbe un romanzo drammatico, una tragedia greca o un manuale di sopravvivenza. O tutti e tre assieme. La mia epopea iniziata a novembre non si è ancora conclusa. Vivo in un appartamento da sola, che può essere una figata ma che se penso al mio portafogli mi viene da piangere. Maledetto business da Airb&b che provoca inflazione negli affitti! Vivo in una casa che potrei utilizzare per immagazzinare carni e verdure congelate, vista la temperatura media della mia camera da letto. E poi mi chiedo come mai non mi passa ‘sto raffreddore… Comunque è una casa che non sento mia, una casa di passaggio, che non mi trasmette buone vibrazioni creative (ecco perché ci ho messo così tanto ad aggiornare il blog). A metà del mese prossimo dovrei trasferirmi in un altro ambiente ma non vi anticipo niente, un po’ per scaramanzia un po’ per non rovinarvi la sorpresa, perché se è come me lo immagino, vedrete che bei post che vi rifilo…

La riscoperta di Calle Feria

Vivo in una  traversa di calle Feria, una via antica e importante di Siviglia. Questa zona, non so perché, l’avevo sempre snobbata. Eppure qua c’è uno dei mercati più importanti di Siviglia, il mercatino del giovedì che è un po’ come il Ballarò di Palermo, un sacco di pizzerie e ristorantini e una delle bodegas più antiche della città – Casa Vizcaino. Tutte le volte che ho vissuto a Siviglia ho sempre snobbato calle Feria, e quando mi dicevano “andiamo in questo posto in calle Feria”, io passavo, vedendola come lontana, fuori mano e priva di fascino. Ora non potrei più vivere senza calle Feria. Meno male che l’ho scoperta!

Umore e acqua

Amore per calle Feria a parte, mi sono resa conto che mi manca l’acqua. Non nel senso che non posso farmi la doccia a casa ma nel senso che mi manca il fiume. L’anno scorso lavoravo su Paseo Colòn, ossia il lungo fiume di Siviglia che costeggia il Guadalquivir. e guardare l’acqua mi infondeva calma e serenità; la vista del quartiere di Triana, al di là del fiume, era il mio expecto patronum, il mio pensiero felice. La strada che faccio adesso per andare a lavoro, sì sarà pure calle Feria, è un po’ più triste, più grigia e senza acqua. Questo, non so per quale punizione divina, influisce un casino sul mio umore. Degna figlia di Poseidone!

Insomma…un ritorno coi fiocchi ma senza fuochi d’artificio. Per il resto, sto aspettando. Non so cosa o quando arriverà ma so che sarò pronta.